La cappella Sassetti, Chiesa di Santa Trinita, Firenze, Realizzato da  Francesca Capochiani e Michele Bufalino


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   SCHEDA 3: LA CONFERMA DELLA REGOLA DA PARTE DI ONORIO III

 

Autore: Domenico Ghirlandaio.

Titolo: Conferma della regola da parte di Onorio III.

Collocazione: Cappella Sassetti in Chiesa di S.Trinita.

Materiali e tecnica: pittura a fresco.

Dimensioni: n.p

Data:  1479-85 (cfr. Borsook e Offerhaus)

Descrizione/Iconografia/Inquadramento storico-critico: Il soggetto dell’affresco è una singolare rappresentazione della conferma della regola francescana. Singolare perché se consideriamo lo stesso episodio raccontato e descritto da altri autori e artisti, ci accorgiamo facilmente quali novità sono presenti nell’affresco del Ghirlandaio.

Prima di addentrarci nelle novità operate, ricordiamo il soggetto secondo il nostro punto di riferimento: la Legenda Maior. Per capire questa fonte bisogna immedesimarsi nel periodo analizzato e considerare che le idee e gli insegnamenti di Francesco avevano raccolto molti consensi e approvazioni oltre che molti seguaci. Per questo il vescovo Guido, personaggio già incontrato nella lunetta di sinistra nella Cappella Sassetti, consigliò a Francesco e al suo gruppo di recarsi a Roma da papa Innocenzo III per farsi approvare la prima breve Proto-Regola del nuovo Ordine dei Frati Minori, regola che fu approvata oralmente dal papa. Questo per non confonderci con la seconda regola, stipulata perchè col passare del tempo la prima era diventata insufficiente, la quale venne accolta con soddisfazione dal cardinale protettore dell'Ordine, Ugolino de' Conti, futuro papa Gregorio IX e da tutti i frati; venne approvata il 29 novembre 1223 da papa Onorio III:

 “ Il papa approvò la regola e diede il permesso di predicare la penitenza; fece fare ai frati che avevano accompagnato Francesco delle chieriche perché potessero predicare la parola di Dio.” (Legenda maior III, 10)

 La regola ribadiva la povertà, il lavoro manuale, la predicazione e tante altre particolarità che non è questo il soggetto di studio. Insomma, è su questo momento narrativo che Ghirlandaio pone l’attenzione, ma con soluzioni decisamente particolari per l’epoca.

Ghirlandaio, sebbene in un primo momento fosse intenzionato a realizzare una Conferma vicina a quella operata dai suoi predecessori come Giotto nella Basilica ad Assisi (considerazione confutata da un disegno del Kupferstichkabinett di Berlino) finirà nell’eseguire una doppia rappresentazione in un luogo senza tempo.

A rigor di logica la sede più opportuna, oltre che storica per la Conferma sarebbe dovuta essere Roma, invece ci troviamo a Firenze. E ce ne accorgiamo per due motivi: l’ambientazione scenica e i personaggi. Steinmann(1897) l’ha definito come “la rappresentazione grandiosa di una cerimonia”.

Alla processione che parte da una scalinata  partecipano Francesco e i frati che si dirigono da Papa Onorio III, osservati dallo sguardo critico dei clerici seduti.

Un’altra processione parallela conduce ad un gruppo di personaggi capitanati da Lorenzo il Magnifico; il gruppo sulla destra è difatti composto da Antonio Pucci, cognato di Francesco Sassetti e Gonfaloniere di Giustizia[1], il già citato Lorenzo il Magnifico, Francesco Sassetti stesso e il figlio Federigo.

Lorenzo tende la mano ad Agnolo Poliziano, in testa ai figli del Magnifico che stanno salendo le scale dietro di lui: Giuliano futuro Duca di Nemours, Piero il Fatuo e Giovanni futuro Papa Leone X; chiudono il corteo gli altri educatori dei rampolli di casa Medici, Luigi Pulci e Matteo Franco. Il Sassetti invece con un gesto della mano (che ricorda quello della Vergine nella Trinità di Masaccio) indica i suoi figli, dall'altra parte della scala a sinistra, Galeazzo, Teodoro e Cosimo.Questa identificazione dei personaggi in primo piano è opera di Warburg (1932).

I personaggi non sono divisi in due gruppi come nell’affresco di Giotto ad Assisi ma sono armonicamente ordinati nello spazio attorno e sulle scale. Hanno espressioni intense. Vi è una gerarchia di classi sociali all’interno della scena. Sono presenti figure dell’alta aristocrazia, ecclesiastici e i frati. Singolare il contrasto tra i panni ruvidi che rivestono i frati con quelli raffinati del Papa e dei prelati.

La gerarchia può essere letta anche in base all’età e al ruolo che i personaggi rappresentano nella vita reale. Difatti potremmo dire che sono presenti padri e figli. In senso stretto perché abbiamo Lorenzo il Magnifico e Sassetti da una parte, con i rispettivi figli dall’altra, e in senso più generale con la corrispondenza del padre-Papa e l’ordine-figli.

L’ordine di questi personaggi sarà talmente innovativo che avrà riflessi anche nei successori come nella Messa di Bolsena di Raffaello.

 

Immagine:Massatbolsena.jpg

Messa di Bolsena, Raffaello Sanzio, 1512, Città del Vaticano, Musei Vaticani 

Quale miglior modo dunque, per raffigurare la culla del Rinascimento? Qual miglior modo per immortalare i più illustri fiorentini del tempo, la grande opera di mecenatismo di Lorenzo e una dichiarate riconciliazione con il papato?

La realistica rappresentazione della società fiorentina del Quattrocento, in particolar modo l’interesse ai particolari, è derivato dalla profonda conoscenza dell’arte fiamminga soprattutto di Hugo Van der Goes, famoso per il Trittico Portinari (Firenze, Uffizzi, 1477).

Insomma, si tratta di un ricordo vivo della vita agiata, elegante e raffinata del tempo.

Oltre a questo c’è un fatto anche di legame personale: in diverse circostanze abbiamo la sincera testimonianza della devozione di Sassetti a Lorenzo[2]: “…ci impegnerei la vita e i figliuoli et ciò che io ho in questo mondo…”

L’evento, come nel Miracolo del fanciullo risuscitato si svolge all’aperto. A Firenze.

La scelta di ambientare la scena a Firenze denota l'importanza data alla città, che nei circoli umanisti veniva considerata come la Nuova Roma. In questa luce possiamo così leggere alcuni degli avvenimenti raffigurati nel ciclo degli affreschi: la regola francescana e il miracolo del bambino hanno luogo proprio a Firenze.

La grande scena urbana che costituisce l’impalcatura di tutto l’affresco, si svolge in una sala a più navate, divise da pilastri, impostazione che denota una profonda conoscenza della prospettiva e degli studi (otre che degli esperimenti) operati da Brunelleschi.

L’occhio dello spettatore ha come centro focale la Loggia della Signoria (ovviamente ancora priva di statue), animata da irriconoscibili personaggi del tempo. È possibile che Ghirlandaio abbia scelto proprio la Loggia perché simbolo urbanistico che aveva la secolare funzione di tribunale o di ritrovo per assemblee cittadine, proprio come nell’antica Roma, il cui ruolo era fortemente imitato e ambito dal capoluogo toscano.

Ai lati della Loggia è facilmente riconoscibile da una parte Piazza della Signoria e dall’altra Palazzo Vecchio, dietro al quale si scorge la chiesa di San Pier Scheraggio (particolare a fianco), oggi a noi non pervenuta dal momento che è stata distrutta per fare spazio agli Uffizi.

Ed è così, davanti alla Loggia e all’interno di Santa Maria in Fiore, che si svolge l’udienza di Francesco davanti a Onorio III.

Ci sono tre piani della scena, ed è questa la grande novità formale: la scalinata verso il basso, con alcune teste che emergono, la chiesa con la scena principale e lo sfondo. Per seguire questo arguto movimento di scena lo spettatore era abituato a trovare degli indizi all’interno dell’opera, e uno dei clerici seduti che indica il Papa è forse la nostra guida.

 Riporto in ultimo, l’intera descrizione dell’opera da parte del Vasari.

In un'altra fece quando San Francesco, presente il vicario, rifiuta la eredità a Pietro Bernardone suo padre, e piglia l'abito di sacco cignendosi con la corda. E nella faccia del mezzo quando egli va a Roma a Papa Onorio e fa confermar la regola sua, presentando di gennaio le rose a quel pontefice. Nella quale storia finse la sala del Concistoro co' cardinali che sedevano intorno, e certe scalee che salivano in quella; accennando certe mezze figure ritratte di naturale, accomodandovi ordini di appoggiatoi per la salita. E fra quegli ritrasse il Magnifico Lorenzo Vecchio de' Medici.”

Particolari:

 

                   

Francesco Sassetti accanto a Lorenzo de' Medici, Particolare.

 NOTE:

[1] Quella del gonfaloniere (o confaloniere) era una carica dei comuni medievali e del Rinascimento in Italia.

Il gonfaloniere era uno dei nove cittadini, che formavano il governo della Signoria di Firenze. In particolar modo, il Confaloniere di Giustizia aveva il compito di gestire la giustizia ed era custode della bandiera della città.

[2] Firenze, Archivio di Stato, M.A.P. XXXIX,no.510,22 Maggio 1486.


 


 

 


  Materiale
 
· Scheda 1 - La rinuncia ai beni terreni
· Scheda 2 - Il miracolo delle stigmate
· Scheda 3 - La conferma della regola da parte di Onorio III
· Scheda 4 - Il miracolo del fanciullo risuscitato
· Scheda 5 - La prova del fuoco
· Scheda 6 - Le esequie di San Francesco
· Scheda 7a e 7b: Il soprarco
· Scheda 8: La volta
· Scheda 9: La pala d'altare
 
 

  Ringraziamenti
 
· Ringraziamenti
 

  Citazioni
 
· Bibliografia/Sitografia
 

 
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