La cappella Sassetti, Chiesa di Santa Trinita, Firenze, Realizzato da  Francesca Capochiani e Michele Bufalino


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 DUE SECOLI DI RESTAURI PER FAR TORNARE PERFETTA UN'OPERA D'ARTE


 

Gli unici interventi documentati nella cappella risalgono al 1892, eseguiti da Cosimo Conti e Dario Chini. Nel restauro eseguito da Cosimo Conti e Dario Chini sono stati rinvenuti gli affreschi che erano stati imbiancati con una scialbatura in calce nel secolo diciassettesimo. Le notizie storiche riferiscono che il Conti restaura le parti figurative degli affreschi utilizzando un metodo conservativo. Poi, forse negli anni Quaranta, e infine dopo l’alluvione del 1966, per mano di Leonetto Tintori tra il ’67 e il ’68 per ricoprire i rifacimenti ottocenteschi e in modo da lasciar visibile solo le parti degli affreschi originali. Nel 2004 gli affreschi hanno presentato un offuscamento dovuto alle polveri ed è stato necessario un intervento di pulitura. Il restauro è stato affidato alla ditta Arc di Amedeo e Alessio Lepri coadiuvati nei rilievi dall’architetto Alessandra Lepri. 

Il restauro del 2004.

L’inizio dei lavori è datato 30/10/04 mentre la fine dell’intervento al 19/11/2004. Queste le principali operazioni: 

  • Spolveratura accurata
  • fermatura preventiva (se la pellicola presenta sollevamenti di grosse se medie entità)
  • pulitura
  • de-salanizzazzione
  • diffusione
  • stoccatura
  • restauro pittorico.

L’intervento è consistito nella fermatura preventiva delle superfici che presentavano sollevamenti, nel consolidamento dell’intonaco pittorico ove erano presenti fenomeni di distaccamento dall’arriccio o dal supporto murario, nella pulitura con impacchi di carta giapponese imbevuti di acqua demineralizzata e leggerissima soluzione di carbonato d’ammonio a basse percentuali. Dove necessario è stata eseguita la desalinizzazione per eliminare i sali presenti nell’affresco e sono state rimosse solo stuccature alteratesi dei precedenti restauri.

Il restauro pittorico è consistito nell’integrazione cromatica delle microlacune e di alcune limitate lacune di maggiore estensione. In linea di principio sono state rispettate le precedenti integrazioni. Si è dunque eseguito un generale riordino estetico. Si è riscoperta la fascia decorativa dell’arcone di accesso alla cappella che in un intervento di gusto purista del Novecento era stata coperta da una tinteggiatura.

Importante è stata la campagna di indagini conoscitive per indagare a fondo le tecniche esecutive del Ghirlandaio e le sue modalità di lavoro, svolte dal Laboratorio dell’Opificio delle Pietre Dure (Giuseppe Laquale per le indagini preliminari, il chimico Giancarlo Lanterna e Thierry Radelet per la riflettografia): oltre all’individuazione dei vari pigmenti e materiali, riconosciuti con indagine a fluorescenza x e con riflettografia mutispettrale, alla comprensione dei vari ritocchi eseguiti a secco e delle lumeggiature a missione è stato possibile distinguere le diverse “giornate”, scoprendo i lunghi tempi e la meticolosità del Ghirlandaio nel dipingere i ritratti più importanti, due o anche solo uno alla volta, con tratti di colore sottili e sovrapposti, con la costruzione del volto tramite lo spolvero e l’utilizzo di linee prospettiche: il che significa che la scena dei funerali, dove sono trentasei figure, è stata dipinta in trentasei “giornate” con interventi separati di stesura del colore. È stata infine realizzata un’immagine virtuale del ciclo affrescato, che aveva molte più dorature e anche altri colori che ora, alterati, si presentano col rosso cupo del “morellone” di preparazione.

 

Abbiamo ritrovato anche una nuova relazione, assai recente e databile 2005-2006 sulla pulitura delle foglie d’oro nelle cornici, dorature, contorni. In questo ultimo lavoro sono stati ripuliti questi particolari. A chi si chiede come è stato possibile, con così pochi interventi e così mirati mantenere la cappella in queste condizioni di quasi perfezione risponde il bibliotecario della chiesa di Santa Trinità che spiega: “È conservato bene perché sopra la cappella non ha accanto finestre né altro. È ben riparato e l’unico ostico nemico è stato la polvere”.

 

M. M. Simari, Presentazione del restauro degli affreschi di Domenico del Ghirlandaio nella Cappella Sassetti, Firenze.

 


 

 


 

 


  Le schede
 
· Scheda 1 - La rinuncia ai beni terreni
· Scheda 2 - Il miracolo delle stigmate
· Scheda 3 - La conferma della regola da parte di Onorio III
· Scheda 4 - Il miracolo del fanciullo risuscitato
· Scheda 5 - La prova del fuoco
· Scheda 6 - Le esequie di San Francesco
· Scheda 7a e 7b: Il soprarco
· Scheda 8: La volta
· Scheda 9: La pala d'altare
 
 

  Ringraziamenti
 
· Ringraziamenti
 

  Citazioni
 
· Bibliografia/Sitografia
 

 
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